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#contattomagnetico 

Dove montare i contatti magnetici per l’antifurto in un portone blindato?

In questo articolo voglio parlarti di un piccolo dispositivo periferico molto utile e discreto che viene utilizzato con il sistema di antintrusione: il contatto magnetico. 

Sicuramente ne avrai visti di ogni forma dimensione e colore. I più utilizzati sono quelli in alluminio, o altro metallo, per le serrande delle vetrine dei negozi o nei garage o sulle porte “allarmate” di centri commerciali e banche. Sono spesso rettangolari, grossi, e con bulloni di montaggio a vista. Per non parlare del cavo che esce lateralmente per la connessione alla centrale di allarme. Ma ci sono anche quelli in plastica da attaccare sulle finestre e sulle porte delle abitazioni, sono più discreti di quelli in alluminio e si possono colorare per nasconderli un po’ alla vista. Negli ultimi anni hanno preso piede anche quelli senza fili che sono più grandi perché all’interno hanno l’elettronica e la batteria ma il funzionamento rimane identico. 

Quali tipi ci sono?

Il contatto magnetico può essere attivo o passivo. Quelli più diffusi sono quelli passivi perché hanno una costruzione molto semplice e non sono alimentati. Semplicemente sono composti da due pezzi, uno va montato sul montante della finestra o della porta che vogliamo proteggere e l’altro sull’anta che si apre per prima, in genere quella destra. 

All’interno troviamo due lamelle metalliche collegate con 2 fili ad un ingresso della centrale del sistema di antintrusione. Si, solo 2 fili! Questo tipo di collegamento, senza alimentazione, viene chiamato “contatto pulito” perché appunto sui fili non vi è passaggio di corrente. 

Come funziona?

Il contatto passivo è chiamato così perché non c’è passaggio di corrente. È fatto così: la calamita serve a far congiungere le due lamelle all’interno del contatto principale, quello fissato sul telaio del serramento, chiudendo il contatto e dando il segnale alla centrale di allarme che la porta o la finestra sia chiusa. Infatti se il serramento viene aperto la calamita posta nel componente si allontana e le lamelle si aprono provocando l’apertura del contatto e la generazione di un allarme.

Questo semplice ma efficace ed economico dispositivo ha però un limite: se viene posto vicino un’altra calamita le lamelle rimangono chiuse e si può aprire il serramento invalidando il sistema. 

Il contatto attivo invece è un sistema con un circuito elettronico interno che controlla direttamente la calamita ma può gestire anche la manomissione del contatto stesso e la mancanza di alimentazione. Questo sistema è più sicuro da un lato perché si ha il controllo della manomissione ma con una buona calamita si può rendere inoffensivo come quello passivo. 

Ci sono nuovi contatti magnetici dotati di un magnete “codificato” cioè riconosco un tipo di magnetismo, se è differente vanno comunque in allarme. 

Il portone blindato ha il pregio di avere un’installazione con due contro-telai che sono poi imbullonati uno sull’altro. Questo rende un po’ laborioso il lavoro di installazione e ci vuole un buon occhio per l’allineamento ma viene un lavoro davvero pulito. Non si vedrà nulla né dall’interno né dall’esterno. Per il portone blindato infatti è bene utilizzare i contatti magnetici da incasso, sono cilindrici e spesso di colore ottone, sono visibili solo a portone aperto e non è possibile sabotarli. Certo possono essere utilizzati anche sulle finestre rendendo il lavoro “pulito” e sicuro. Questa installazione è più sicura per due motivi: 1. Il contatto magnetico non è a vista e quindi il malintenzionato non sa dove agire con la calamita ma non può nemmeno sapere se effettivamente c’è un contatto magnetico a protezione del portone; 2. Non può sapere in quale punto è messo il contatto perciò diventa impossibile aprire il portone senza far scattare l’allarme. 

Ovviamente questo tipo di installazione è possibile anche su una finestra o porta-finestra. Dovendo però tenere conto di questi accorgimenti è indispensabile predisporre l’installazione prima dell’installazione dei serramenti, o in fase di costruzione dell’immobile o in fase di ristrutturazione. 

Il mio consiglio è sempre quello di farsi consigliare da un impiantista esperto e non un “tuttofare-so-tutto-io”. 

 

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